Duo Bidoli-Canino al Palacultura: Viaggio Musicale
Il 18 maggio, Palacultura ospita il Duo Bidoli-Canino in un concerto con opere di Poulenc, Ravel, Messiaen e Saint-Saëns.
Il Palacultura Antonello si prepara ad accogliere un evento di rilevanza artistica per gli amanti della musica classica: il concerto del Duo Bidoli-Canino, previsto per sabato 18 maggio alle ore 18. Un Cuore in inverno è il titolo che accompagna questa serata, promettendo un viaggio attraverso composizioni che hanno segnato la storia della musica.
Alessio Bidoli, violinista di Milano, inaugura il concerto con una carriera costellata di riconoscimenti e collaborazioni di prestigio. Dall’inizio degli studi a sette anni, si è distinto per la maturità interpretativa e per la tecnica impeccabile. Il suo talento ha traversato confini, conducendolo a esibirsi in sedi concertistiche internazionali. In Italia, ha deliziato il pubblico nelle stagioni più prestigiose, tra cui la Società dei Concerti di Milano e la Fondazione Musica Insieme di Bologna.
Accanto a lui, sul palco, Bruno Canino, pianista la cui fama travalica i confini nazionali. Sin dall’avvio della collaborazione con Bidoli nel 2013, il duo ha inciso sei album, ottenendo plausi dalla critica e riconoscimenti ai Global Music Awards. Il repertorio del concerto spazia dalla Sonata per violino e pianoforte di Francis Poulenc alla Tzigane di Maurice Ravel, fino alla Fantaisie di Olivier Messiaen e alla Sonata n. 1 di Camille Saint-Saëns.
La sinergia tra Bidoli e Canino, evidente nelle registrazioni, promette una performance dal vivo di straordinaria intensità, con un dialogo musicale che risalta le qualità virtuosistiche e interpretative di entrambi. Il programma selezionato per il concerto riflette un ampio spettro cronologico e stilistico, garantendo un’esperienza di ascolto variegata e ricca.
Bidoli, titolare della cattedra di violino presso il Conservatorio di Bari, è noto anche per il suo impegno didattico, impartendo masterclass e dirigendo festival musicali. La sua scelta di strumenti, uno Stefano Scarampella del 1902 e uno realizzato dal nonno, il liutaio Dante Regazzoni, aggiunge un ulteriore livello di autenticità alla sua arte.