Teatro e Realtà in “Il rasoio di Occam”
“Il rasoio di Occam” porta in scena un teatro prosaico e reale, con Alessio Bonaffini e Tino Calabrò tra i protagonisti.
Il teatro si fa specchio della società con “Il rasoio di Occam”, opera di Giusi Arimatea e G. M. Currò. Alessio Bonaffini, Tino Calabrò e Mauro Failla interpretano personaggi intrappolati in un salone da barba meridionale, riflettendo sulle sfumature dell’esistenza. Antonio Alveario, Ivan Giambirtone e Elisabeth Agrillo prestano le loro voci a questa intricata narrazione, mentre le scenografie di Franco Currò e i suoni di Carmelo Galetta completano l’atmosfera immersiva dello spettacolo.
La prosa si intreccia con la storia, evocando la tragica giornata del ritrovamento di Aldo Moro. Questo contesto storico si fonde con la vita di tre uomini, la cui apparente normalità cela un tumulto interiore pronto a esplodere. Le hit musicali del tempo fanno da contrasto alle loro disarmonie esistenziali. In questo microcosmo, i protagonisti si dibattono tra apparenze e realtà, costretti a fare i conti con passati ingombranti e futuri ancora da definire.
La regia di Giovanni Maria Currò guida lo spettatore attraverso un viaggio di riflessione sociale e personale. “Il rasoio di Occam” è una produzione del Clan degli Attori, che porta in scena un teatro di qualità, capace di indagare le complessità umane e storiche con uno stile sobrio e incisivo. La scenografia e la scenotecnica di Franco Currò, insieme ai costumi di Liliana Pispisa e all’aiuto regia di Giusi Arimatea, contribuiscono a creare un’esperienza teatrale di forte impatto.